lunedì 15 marzo 2010

Le utopie negative : "Noi "di Zamjatin



In un periodo di tempo imprecisato, successivo ad una epocale guerra che avrebbe determinato la caduta di un vecchio sistema culturale e la fondazione di un inedito modello societario, uno scienziato, di nome D 503, avverte la necessità di scrivere ciò che, giorno per giorno, gli succede. Così, attraverso le pagine del diario, il “nuovo mondo” prende forma dinanzi agli occhi del lettore e lascia intravedere la logica che lo sorregge.
Uniformità ed indifferenziazione sembrano essere i tratti caratteristici della società di D 503. Non il singolo ma la collettività è al centro di tutto; l’individuo non percepisce la propria unicità, tanto da ricorrere, nel definirsi, alla prima persona plurale, al “noi”, piuttosto che alla prima singolare, ed ad accettare di essere chiamato, piuttosto che con un nome, con un numero. E sono proprio i numeri a scandire la giornata di questi esseri, a ritmarne le attività ad  intervalli fissi, predeterminati, sempre uguali. Una logica di tipo matematico regola il sistema che, fondato sulla pura, assoluta razionalità, ha ingranaggi che non ammettono di essere interrotti nel loro moto meccanico ed uniforme.
Lo spazio su cui insiste questo particolare modello societario è delimitato, lungo il suo perimetro, da un muro di vetro verde, al di là del quale si estende il vecchio mondo, uguale al nostro. Il vetro isola gli uomini- numero anche dal cielo, dal sole, dagli agenti atmosferici, da tutto ciò che è cangiante, variabile. L’instabilità, infatti, è avvertita come minaccia dal sistema che non ammette la mutevolezza, l’imprevisto. Anche le abitazioni sono di vetro perché tutti vedano tutti  e non ci sia per nessuno la possibilità di appartarsi e sfuggire al controllo sociale.
Al vertice del sistema vi è un capo, il Benefattore, eletto, anno dopo anno, per acclamazione.                          I membri di questa singolare società gli sono completamente soggetti ma non sembrano avvertire il peso di tale sudditanza, privi come sono di preoccupazioni e problemi, in quanto sollevati dall’onere di scegliere, di decidere autonomamente.
L’esistenza tranquilla, sempre uguale di D 503 inizia ad essere scossa dalla comparsa di una donna, I 330.
D 503 trova inquietante questa figura femminile ed inizia a temerla. I 330 cerca di stringere rapporti con D 503 e lo invita ad andare con lei in una casa antica, una delle abitazioni del vecchio mondo, custodita in una campana di vetro, come, in una teca, un pezzo da museo.   I 330 è diversa dalle altre donne, ama infrangere le regole e D 503 è attratto e nello stesso tempo intimorito dal suo modo di essere. D 503 finirà per innamorarsi della donna e per inoltrarsi in un pericoloso percorso interiore che lo porterà a mettere in discussione il sistema su cui poggia la nuova società.  I 330, d’altronde, è una ribelle, ama la libertà, lotta per l’affermazione dell’individualità e per questo, dopo aver cercato di utilizzare D 503 e l’ “ integrale “ da lui progettato per  rompere il muro di vetro e portare il disordine, la libertà del vecchio mondo nel nuovo, verrà scoperta e uccisa, mentre D 503 sopravvivrà, privato però per sempre della sua fantasia, attraverso un intervento chirurgico cui volontariamente si sottopone, pur di riacquistare la serenità  e la sicurezza  perdute.

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