domenica 28 novembre 2010

Le finestre di fronte

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                                                                      Le parole in rosa sono links
                               ( video, info e profili o blog degli amici che hanno segnalato i film )


LE FINESTRE DI


Pina






Colazione da Tiffany
qualcosa sul film qui







Nicola
                                                                                                                                                                   




Buddy Buddy
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 Amanda






La signora della porta accanto
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 Lost in translation              
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Speriamo che sia femmina
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Mario Monicelli










Zicin




 La finestra di fronte
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Pina e Zicin

                                     



  La finestra sul cortile
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Jacqueline





 Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni                                                                            qualcosa sul film qui




          Il deserto dei tartari
          qualcosa sul film qui


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Espiazione
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Alive 2






Grazie per la cioccolata
Qualcosa sul film  qui
                                       



                                                                                                     Grazie!








IN RICORDO DI MARIO MONICELLI  (  NEL BLOG DI FRANZ )





venerdì 26 novembre 2010

Altre finestre...




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                                                     Da "Camera con vista" di J. Ivory

Clicca Qui





 









                                                             Da "Sweeney Todd" di Tim Burton








                                                            Da "Paura d'amare" di Garry Marshall.









                                                                 Da "Orwell, 1984" di Michael Radford




                                                   


                                Da " La leggenda del pianista sull'oceano " di G. Tornatore










Se vuoi qualche dettaglio in più, fai clic sui titoli dei films

 Se vuoi suggerirmi films che abbiano sequenze con finestre, te ne sarò grata, è un soggetto che mi piace molto

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martedì 23 novembre 2010

Finestre



Ha indosso un pigiama di cotone a righe gialle e azzurre e un paio di ciabatte di pelle nera. Dove sia esattamente, non gli è chiaro. Nella stanza, d'accordo, ma in quale edificio si trova la stanza? In una casa? In un ospedale? In una prigione? (…)  Forse è sempre stato in questo luogo; forse ci vive dal giorno della sua nascita. (…)
Nella stanza c'è una finestra, ma ha la tendina abbassata, e, a quanto ricorda, lui non ha ancora guardato fuori. 

Paul Auster "Viaggi nello scriptorium" 




  
Io stavo sulla piazzetta, che vedevo da alcune finestre, e di quella la cosa importantissima è il fracasso infernale che veniva da una bottega di fabbri: In ogni stagione il rumore era eterno e assorbe ogni mia sensazione di quel luogo e di quel tempo. 




Se quelle finestre mi tenevano ancora dentro la città, nella stessa casa avevo una terrazza grandissima che era già in campagna. Ricordo i liberi voli delle rondini che si frangevano contro quella terrazza sospesa sul vuoto di quel panorama.


Sandro Penna, "Un po' di febbre "








Mi sono alzato ed ho guardato dalla finestra; per strada non c'era nessuno e faceva paura. A New York capitano questi strani momenti in cui sembra che siano tutti scomparsi.



Peter Cameron, "Un giorno questo dolore ti sarà utile"
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Per un momento pensò al "Soldato e fanciulla che sorridono" di Vermeer, cercando di rammentare l'espressione del viso della fanciulla, la posizione esatta delle mani
intorno alla tazza, la schiena rossa dell'uomo senza volto. Nella mente gli balenò la cartina azzurra appesa al muro e il sole
che entrava dalla finestra, cosi simile alla luce che lo circondava in quel momento

Paul Auster, "Città di vetro"










Il generale riconobbe la grafia, prese la lettera e se la ficcò in tasca. Entrò nel vestibolo, al fresco, e porse in silenzio il bastone al guardiacaccia. Frugò nel taschino dei sigari e ne trasse degli occhiali, si accostò alla finestra e nella semioscurità, sotto la luce che filtrava attraverso le fessure delle persiane socchiuse, cominciò a leggere la lettera.


Sandor Marai, "Le braci"











Qui  la finestra di Cristina

domenica 21 novembre 2010

Il mondo di Stainboy di Tim Burton

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 Stainboy è uno strano supereroe, non può volare o superare treni in corsa, può solo lasciare una macchia di unto lì dove è chiamato ad intervenire. Il bimbo-macchia è una creatura di Tim Burton, disegnatore e regista californiano.








                                                          Qualcosa su Tim Burton qui  

sabato 13 novembre 2010

Vivere scrivendo - Nicola Pezzoli , "Tutta colpa di Tondelli" -

 




Nicola Pezzoli, di professione scrittore (* ), in Tutta colpa di Tondelli racconta come si possa  scivolare dalle ariose latitudini della buona letteratura ( letta e prodotta ) in quelle soffocanti dell'editoria e della sua immediata periferia.




Metà dicembre 1994. Fuori nevicava e io dentro, lasciato uno sgobbo da impiegato in nero per un posto in banca poi "fortunatamente" sfumato, mi godevo la mia libertà di disoccupato volontario da ormai nove mesi. la stessa condizione umana per cui molti altri si sarebbero suicidati, io sul mio diario, l'avevo con baldanza intitolata e sottotitolata: Freedom 94, Lord of my time. ( In seguito, avrei anche fallito di proposito un concorso per ausiliario comunale nel quale mi avevano incastrato certe mie zie che non si facevano i cazzi loro ).  Le sole cose che mi interessavano erano scrivere, leggere, giocare, ogni tanto masturbarmi. E adesso - complice la magia di colori caldi non intermittenti del nostro abete stortignaccolo, comperato da mamma al vivaio Spertini in quella settimana di meriggi corti tra San Nicola e Santa Lucia, e adornato con le frangibili sfere di quand'era poco più che bambina _ divampava la vita come fino ad allora l'avevo soltanto potuta sognare. 
(...) mi ero procurato un contratto con l'impenetrabile mondo dell'editoria - quella vera stavolta. (...) Così, chiuso nella mia camera- studio, felice di vivere questa che credevo essere la tipica esperienza di un vero scrittore ( scrivere avendo già un committente ), nel giro di poche settimane finii il lavoro. dopodichè mandai alla Marchi il floppy disc, con l'indirizzo di Gemonio e tutto quanto. ( A volte ero tentato di inventarmi pseudonimi e luoghi strani di residenza: uno che mi piaceva molto era Nick Forestiere, Vicolo Borromeo 14, Isola dei Pescatori, Verbania, Lago Maggiore - (...) )




Ignorando le voci che si erano alzate per distoglierlo dalla scrittura ( quella paterna : Trovati un lavoro, scrittore del cazzo! ) e dalla lettura ( quella di un compaesano che, dopo aver inchiodato la sua lambretta sotto il balcone dove Nicola leggeva un Dostoevskij,così lo apostrofa ( dal basso verso l'alto ) : Te ghè nagòtt de faa ? ),  Nicola, agli autoarresti domiciliari,  lavora come un manovale intorno allo scritto di cui, insperatamente, gli era stata prospettata la  pubblicazione.
L'occasione sfuma ma se ne presenta un'altra, quella che condannerà l'autore ad una condizione settennale di "sospensione" e ad entrare in una dimensione grottesca, popolata da personaggi del mondo letterario ed editoriale, un ambiente restituito nel libro con grande maestria ed ironia.
Nicola Pezzoli riesce a trasformare uno scritto di denuncia in un romanzo appassionante, tenero, rabbioso, in più momenti esilarante.  L'ho letto d'un fiato e sono grata al suo autore di non aver rinunciato ad essere uno scrttore.





* vedi qui

Per ascoltare l'intervista a Nicola Tondelli su Radio Radicale clicca qui





                                    Open Space di Nicola Pezzoli qui 



 Le parti in corsivo sono tratte da "Tutta colpa di Tondelli" di Nicola Pezzoli

giovedì 11 novembre 2010

lunedì 8 novembre 2010

Rappresentazioni ( da " Un giorno questo dolore ti sarà utile" di Peter Cameron )








Pensavo che teatro-ristorante significasse pagare un solo biglietto per la cena e lo spettacolo; non avevo capito che le due cose si sarebbero svolte insieme. Pensavo che avremmo cenato in una sala apposita e poi saremmo andati in platea, per cui mi sono meravigliato vedendo i tavoli davanti al palcoscenico. Credevo che queste cose le facessero solo a Las Vegas, perchè lì doveva essere normale mangiare tra numeri di tigri e soubrette, ma non potevo immaginare di mangiare di fronte ad attori che recitano. ( ... ) Anche se spegnevano le luci, ci sarebbe stato il rumore di tutto un pubblico che masticava. (... )




 Le attrici erano due signore attempate che un tempo avevano fatto una rispettabile carriera al cinema, poi una meno rispettata come mamme nelle serie tivù, e infine erano sparite dagli schermi. ( ... ) un amaro sottotesto che strideva completamente con la commedia. Guardarla faceva star male.





                                                                       ( ... )

Dopo sono andato alla National Gallery. 

( ... )

Lo sapevo che la vita non è scegliere tra National Gallery e il teatro ristorante, ma un pò forse si, perchè le due cose non possono coesistere. Se al mondo ci sono questi quadri, dentro delle stanze magnifiche in cui chiunque può entrare, com'è possibile che ci siano anche delle mamme della tivù che recitano in una commedia penosa mentre la gente guarda con la bocca piena di pollo ai peperoni?

( ... )

 sono entrato in una saletta in cui c'erano solo quattro quadri, e mi sono ricordato di averli già visti quando ero stato in gita scolastica con la terza media. Sono di Thomas Cole e si intitolano "Il viaggio della vita" ( ... )
Rappresentano le quattro età dell'uomo: infanzia, giovinezza, virilità e vecchiaia. In ogni quadro c'è una figura sulla barca che naviga su un fiume, guidata da un angelo.


Nel primo c'è un bambino piccolo e la barca spunta da una caverna buia, il grembo materno.  E' mattino presto e il fiume scorre calmo attraverso una valle idilliaca piena di fiori.


L'angelo è sulla barca, in piedi dietro il bambino, e hanno tutti e due le braccia tese verso il mondo a cui vanno incontro.


In "Giovinezza" è mezzogiorno e la barca si è addentrata nella bella valle. Il bambino si è trasformato in un ragazzo  e sta in piedi, le braccia tese verso il futuro. L'angelo è sulla riva e gli indica la strada come un vigile.



Le nuvole hanno la  forma di un castello fantastico, circondato dal cielo azzurro.


In "Virilità" le acque del fiume sono furiose, il paesaggio è arido, tutto rocce; il cielo al tramonto è pieno di nuvole temporalesche. Il ragazzo è diventato un uomo, sempre in piedi sulla barca, ma prega a mani giunte mentre la barca punta verso le rapide. 


L'angelo è lontano, da un'apertura fra le nuvole guarda la barca che corre in avanti. Fa venire i brividi.


Nell'ultimo quadro la barca entra dal lato opposto della tela. E' difficile dire che ora sia perchè il cielo è tutto scuro, c'è solo un fascio di raggi di luce che filtra tra i nuvoloni. E' un'ora indistinta fuori dal tempo. Il fiume sta per sfociare calmo in un enorme mare scuro.





Nella barca è seduto un vecchio e l'angelo vola proprio sopra di lui, indicando il mare e il cielo bui. In lontananza c'è un altro angelo che guarda giù dalle nuvole. Le mani del vecchio sono sempre giunte, ma non si riesce a capire se sta pregando o se sta implorando l'angelo di salvarlo prima che prenda il largo in quella paurosa oscurità.

( ... )

Sono rimasto tanto tempo nella stanza. Continuavo a ripetermi che dovevo andarmene ma non mi muovevo. C'era un custode che ogni tanto veniva a controllare. E poi mi sono agitato perchè ho capito che volevo essere nell'ultimo quadro, " Vecchiaia", nella barca che andava verso il buio. Volevo saltare quella della "Virilità". L'uomo adulto era terrorizzato e non riuscivo a capire che senso aveva il suo viaggio: perchè affrontare quelle rapide infide, su un fiume che sarebbe comunque finito nell'oscurità, nella morte? Io volevo essere nella barca insieme al vecchio, con tutti i pericoli alle spalle e l'angelo accanto che mi guidava verso la morte. Volevo morire.

                                                                             


 LINK

Peter Cameron
Thomas Cole


Le parti in corsivo sono tratte da Un giorno questo dolore ti sarà utile di Peter Cameron  ed. Adelphi

giovedì 4 novembre 2010

Al tempo di don Chisciotte




Piccolo inventario di suppellettili, motti ed altre amenità nella Mancha di Cervantes.



 Gli  ombrelli da sole


...arrivò ad una strada che si divideva in quattro, e subito gli occorsero alla mente quei crocicchi dove i cavalieri erranti si mettevano a pensare a quale delle vie prendere; ( ... ) . Andato avanti per quasi due miglia, don Chisciotte scoprì un numeroso drappello di persone che, come poi si seppe, erano dei mercanti di Toledo che andavano a comprar seta a Murcia. Erano sei, e camminavano coi loro ombrelli da sole, con alri quattro servi a cavallo e tre mulattieri a piedi.





 Gli occhiali da viaggio


Mentre stavano così ragionando, si affacciarono sulla strada due frati dell'Ordine di San Benedetto, che pareva andassero in groppa a due dromedari, tanto erano grandi le mule su cui cavalcavano. Portavano occhiali da viaggio e parasole. Dietro di loro veniva una carozza (...) c'era una signora biscaglina che andava a Siviglia, dove si trovava suo marito, diretto alle Indie con importantissimo incarico.




Erbe officinali



 (...) sarebbe bene, Sancio, che tornassi a medicarmi quest'orecchio, che mi duole più del necessario. Fece Sancio ciò che gli veniva ordinato, e uno dei caprai, osservando la ferita, gli disse di non preoccuparsi, che ci avrebbe messo lui un medicamento che l'avrebbe fatta guarire facilmente. E staccate alcune foglie di rosmarino, che si trovava lì in abbondanza, le masticò, le mescolò con un pò di sale e applicategliele ben bene all'orecchio, glielo bendò accuratamente, assicurandogli che non avrebbe avuto bisogno di altra medicina; e così fu.





Occupazioni femminili
 



Va' avanti - disse don Chisciotte- . E quando arrivasti che cosa stava facendo quella regina della bellezza? Giurerei che la trovasti intenta ad infilare perle o a ricamare con cordoncino d'oro qualche impresa per questo cavaliere suo schiavo.






Nient'affatto -rispose Sancio-. la trovai che stava spulando due sacchi di grano in un cortile di casa sua.







Improperi/insulti


Oh Dio, come fu grande la collera che provò don Chisciotte sentendo le sfacciate parole del suo scudiero! Fu così grande, dico, che con voce alterata e con lingua balbuziente disse, lanciando un vivo fuoco dagli occhi: - vigliacco, farabutto, scostumato, insolente, ignorante, cretino, linguacciuto, sfacciato, calunniatore e maldicente!  ( ... ) Vattene dalla mia presenza, mostro di natura, deposito di menzogne, armadio di inganni, granaio di vigliaccherie, inventore di malvagità, banditore di sciocchezze, nemico del rispetto che si deve alle persone reali!



 Link

museo dell'ombrello

museo dell'occhiale

Rosmarinus officinalis 


Le parti in corsivo sono tratte da  Don Chisciotte della Mancia di M. Cervantes, ed. Einaudi

lunedì 1 novembre 2010

Silicio



La Challenge Marathon sull'Everest è una delle imprese più punitive nell'ambito delle ultramaratone, un viaggio che in brevissimo tempo conduce al cuore della zona di pericolo dove l'ossigeno è rarefatto





                 


                                                                       

 (... ) Alla gara mi ero iscritto via Internet dalle viscere del mio ufficio senza finestre della Microsoft, incastrato nel mondo virtuale dei codici, a una immensa distanza dalla mia vita di fattoria in  Irlanda. Nell'arco dei miei trentasette anni ero passato dal mungere le vacche al mattino su una piovosa isola dell'Atlantico a questo bunker tecnologico.                                                                                    

Quando alla fine del millennio passato intrapresi questo viaggio, ero in cerca di simboli, di una missione e di un senso;   ( ... )





                
                               
Abbiamo appreso la lezione di umiltà. Ogni giorno il gruppo parte unito, il tempo che divide i giorni è sospeso, e, ogni giorno, lungo i primi chilometri, il mio avversario mi incalza, sperando che il mio fisico non mi sostenga, ma ogni giorno riesco a distaccarlo. (...) Ci troviamo al cospetto della nostra mortalità, e in qualche modo riusciamo a non arrenderci e coprire i 160 chilometri. 







                                                                     
( ... )  Nulla è più autentico della sfida quotidiana con questa montagna. (...) la montagna e io siamo ogni giorno uguali, e sono necessari i medesimi livelli di resistenza e di dedizione. E' un rapporto molto semplice. Sono Sisifo, ma sono un Sisifo felice.

Quel che sento è una percezione primeva di ciò che mi circonda, un istinto nervoso e competitivo (..) una consapevolezza tesa più alla sopravvivenza che a una più alta forma di pensiero filosofico o analitico, e sento che è vita vera(...) La sopravvivenza è il mio solo obiettivo.


da Fame d'aria di Michael Collins in Dovevo andarci. Scrittori in viaggio con se stessi ed.Mondadori

Silicio