martedì 31 gennaio 2012

poeti di poeti : Czeslaw Milosz di Walt Whitman

Casa Natale di Walt Whitman


Fra tutti i poeti americani quello a me più caro resta sempre Walt Whitman. Whitman soddisfa la condizione di grandezza che aveva in mente Oscar Milosz, quando richiedeva all’opera d’arte di essere come un fiume che trascina via con sé fertili limi e tronchi d’albero, non soltanto pepite d’oro. (…) Whitman è l’opposto della poesia pura. Ma al tempo stesso leggerlo è come contemplare le tele dei grandi maestri della pittura, su cui, a uno sguardo attento si scorgono molti piccoli, affascinanti particolari.
(….)

L’Europa ebbe il suo momento whitmaniano, che collocherei intorno anno 1913.  ( … ) in poesia whitmaneggiare non significava soltanto affrancarsi da metrica e rima: era anche uno slancio verso la felicità, promessa democratica di abbattere le barriere di classe che trovava espressione nella poesia, nella prosa, nella pittura, nel teatro, nel già visibile cambiamento dei costumi. Era una tonalità più chiara, estatica, che segnava il superamento dell’atmosfera fin de siècle e che ritroviamo per esempio nei primi volumi del Jean-Christophe di Romain Rolland, nel Sacre duprintemps di Stravinskij, nell’acmeismo russo, nelle xilografie di Franz Masereel. Gli accenti pacifisti e rivoluzionari rientrano in questa rivisitazione europea del motto withmaniano en masse. Gavrilo Princip, colui che sparò all’arciduca Francesco Ferdinando nel 1914, era convinto di esaudire in tal modo il dettato del suo poeta prediletto, che esortava alla lotta contro i sovrani.
( … )
Conobbi Whitman dapprima in traduzione polacca. ( … ) Rimasi subito folgorato: ah, poter scrivere come lui! Capivo che non si trattava di una questione di forma, bensì di un atto di libertà interiore, e qui stava la vera difficoltà. Il “divino literatus” superava la distanza tra l’ ”io” e la massa, assorbiva religioni e filosofie, cosicchè mortalità e immortalità, un filo d’erba e l’eternità, non più antitetici, coesistevano nella sua poesia; ma soprattutto parlava come uno dei tanti, uguale tra uguali.



sabato 28 gennaio 2012

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Cranberries, Stars

venerdì 27 gennaio 2012

Ebrei e pregiudizio

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Mi sono sempre chiesta cosa ci fosse dietro la discriminazione degli ebrei.
Tempo fa ho  letto  un saggio che mi ha dato  elementi per capire qualcosa in più  sull’antisemitismo e le sue origini. Si tratta di Ebrei e pregiudizio  di Riccardo Calimani.  Se ho ben interpretato il contenuto dell’opera,  sarebbero essenzialmente i  primi cristiani  e poi la chiesa cattolica gli artefici della  discriminazione. Il nazionalismo del XIX e XX secolo  avrebbe poi alimentato e sfruttato in chiave politica, attraverso i partiti che ne erano l’espressione,  il sentimento di avversione per gli ebrei.

Riassumo per punti ciò che ho trovato nell’opera di Calimani

martedì 24 gennaio 2012

di zoo nario letterario : una papera disamorata

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Quando ero ragazzo i miei genitori si dividevano i compiti: mio padre raccontava storie sulla sua infanzia incantata popolata di astuti anmali domestici; mia madre cantava canzoni o recitava filastrocche. Una di queste filastrocche narrava di un'anatra che attraversava il fiume Sava con una lettera sul capo che diceva : " Non ti amo più",  Ne volim te više . Quella lettera mi aveva sempre lasciato perplesso, e sulla sua esegesi avevo speso notti insonni: Perchè l'anatra la portava sul capo? Qual era il significato del fiume? A chi era destinata? Chi era il non più amato?

Aleksandar Hemon, Il progetto Lazarus



domenica 22 gennaio 2012

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The Smiths -  Qui   Bigmouth strikes again

venerdì 20 gennaio 2012

L'Unica

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L'Unica, la donna del destino, appartiene al Romanticismo, e Werther, non potendo conquistarla finirà per uccidersi. 


Un suicidio così motivato sarebbe risultato incomprensibile agli stoici e agli epicurei, come pure ai poeti seguaci della filosofia antica. Ma gli uomini di fine Settecento e d'inizio Ottocento, inclusi i romantici polacchi, si nutrivano di un genere completamente diverso di letture, dalle quali potevano ricavare qualche vaga idea sul connubio di due anime.


Per esempio le opere di Swedenborg , di cui si pasce l'immaginazione di Slowacki, così come quella di Balzac fin dai più teneri anni. (...).




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Nessun sistema teosofico assegna un posto così centrale all'amore fra due persone così come l'edificio immaginario ideato da Swedenborg . Poichè per lui il mondo dei sensi e il mondo dello spirito sono legati da fii di "corrispondenza", quel che accade in terra trova la sua continuazione in cielo. (...) 
Un amore che è preannuncio di cielo, poichè tutti gli angeli celesti prima erano esseri umani e conservano la forza  la bellezza del tempo giovanile (...). 


Le coppie felici in terra s'incontrano di nuovo, ringiovanite. Chi è rimasto solo trova un partner celeste. (...)


La perfetta armonia di due anime e due corpi è il fine ultimo degli esseri terreni, e se non la raggiungono in terra la raggiungeranno nei cieli, dove oltretutto non conosceranno mai né noia né stanchezza reciproca.






Séraphita*  introduce il motivo dell'androgino, congiungimento di un'anima femminile e di una maschile che insieme formano un'unità bisessuata, forse perchè nella mente di Swedenborg  le menti dei coniugi in cielo sono perfettamente unite (...).


I poeti hanno attinto da Swedenborg  a piene mani, anche quando, come nel caso di Baudelaire, hanno preso da lui le corrispondenze fra il mondo dei sensi e il mondo dello spirito e le hanno chiamate simboli

Milosz Czelaw, Abbecedario


*  Séraphita è un' opera di Balzac 


** Le foto sono tratte  da Solaris di A. Tarkovskij; le prime due  sono state "sottratte": al blog di Giuliano ( che ringrazio )  






giovedì 19 gennaio 2012

mercoledì 18 gennaio 2012

Arcata

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E' una cittadina sulla costa del Pacifico, nella California del Nord, vicino al confine di Stato con L'Oregon. Cielo perennemente grigio, nebbia che sale dall'oceano. Ci sono stato più di una volta, mai un raggio di sole. Viverci? Per penitenza, forse. (...)
Le foreste di redwoods sono straordinariamente lugubri. Sorgono in aree di nebbie perenni perchè hanno costante bisogno di umidità. Colonne gigantesche, vecchie anche qualche migliaio d'anni, che si ergono in mezzo a grandi banchi di nebbia; in basso oscurità assoluta e assenza di qualunque sottobosco. Se uno di questi colossi cade, dalla sua carcassa spuntano immediatamente dei germogli che si slanciano verso il cielo.


Czelaw Milosz, Abbecedario







martedì 17 gennaio 2012

Julia Kent

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Julia Kent, Dorval   (da Delay )

domenica 15 gennaio 2012

Il castello del Mago Atlante a Memphis

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In uno dei tre episodi di Mistery train di Jim Jarmusch, Nicoletta Braschi è una italiana costretta a una sosta forzata a Memphis. Aspetta di rientrare in patria con la salma del marito. La telecamera la riprende  in aeroporto, mentre firma dei documenti relativi al trasporto dell'insolito bagaglio, la bara , poi  al telefono, mentre è impegnata a tranquillizzare un familiare, quindi  in una strada semideserta di Memphis, in un minimarket,  in un bar, ed infine nell'Hotel Arcade, in cui chiede una camera che poi divide generosamente con una  sconosciuta. 




Nicoletta ha sempre con sè un libro. Non è difficile capire quale, visto che, come nel castello del Mago Atlante, nell'Hotel Arcade confluiscono nella stessa notte tutti i personaggi del film.






Nei tre diversi episodi, viene ripreso lo stesso momento, quello in cui  i personaggi accendono le radio vecchio stile dell'albergo, ognuno nella propria stanza, e, alle 2.17 a.m., ascoltano "Blue moon" di Elvis Presley. Durante la notte, Nicoletta vedrà profilarsi ai piedi del suo letto un fantasma , un' immagine illusoria , nell'hotel...dei destini incrociati.






-la voce del Dj che propone Blue moon é quella di Tom Waits.
-Screamin' Jay Hawkins interpreta la parte del portiere dell'albergo
- nel terzo episodio del film, a selezionare al juke-box  di un bar The Memphis Train di Rufus Thomas è Joe Strummer dei Clash.
- Il fantasma visto dalla Braschi è naturalmente quello di Elvis Presley








Links
La musica nei film di Jim Jarmusch
Mistery train  
Jim Jarmusch
Orlando Furioso, XII canto
Il castello dei destini incrociati di Italo Calvino


         

dal I episodio                                                dal II episodio




venerdì 6 gennaio 2012

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In silenzio per un po'...  ( non del tutto, in realtà :  clicca qui e qui )
Baci a tutti!

giovedì 5 gennaio 2012

di zoo nario letterario : un pappagallo di lungo corso

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- Vieni, Hawkins, - diceva, - vieni a farti una chiacchierata con John. Nessuno è più benvenuto di te, figliolo. Siediti, e senti le novità. Ecco il capitano Flint ... il mio pappagallo l'ho chiamato Capitano Flint come il famoso bucaniere*... ecco il Capitano Flint che predice il successo al nostro viaggio. Non è vero, capitano? E il pappagallo diceva , con grande rapidità, " Pezzi da otto ! "Pezzi da otto! Pezzi da otto! " fino a che ci si chiedeva come non finisse senza fiato, o John tirava il suo fazzoletto sulla gabbia. 
- Quell'uccello, - diceva, - potrebbe benissimo avere duecento anni, Hawkins...quasi tutti vivono tantissimo; e se qualcuno ha visto più misfatti, deve essere il diavolo in persona. Ha navigato con England, il grande capitano England, il pirata. E' stato in Madagascar, a Malabar, in Suriname, a Providence, e a Portobello. Era là quando ripescarono quelle disgraziate navi al Plate. E' là che ha imparato a dire "Pezzi da otto" e c'è poco da meravigliarsi; ce n'erano trecentocinquantamila, Hawkins! Era all'arrembaggio del Viceroy of Indies fuori da Goa; e a guardarlo si potrebbe pensare che sia giovanissimo. Invece ne ha respirata di polvere da sparo... non è vero, Capitano? - Pronti a virare, - urlava il pappagallo. - Ah, è un bel furbo davvero, - diceva il cuoco, e gli dava dello zucchero che tirava fuori dalla tasca, allora l'uccello becchettava le sbarre e si metteva a bestemmiare, con una malvagità difficile da credere. - Ecco, - aggiungeva allora John, - non si può toccare la pece e non sporcarsi, ragazzo.


R.L.Stevenson, L' isola del tesoro 






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Ho trovato in un romanzo del figlio di Salgari, " I filibustieri della Tortue",  la  distinzione tra bucanieri e filibustieri , le cui denominazioni vengono spesso usate in modo indifferenziato.  Entrambi s'insediarono nella piccola isola vulcanica della Tartaruga ( Tortuga ),  nelle acque di Haiti ma, diversamente dai secondi che preferivano la "corsa" e dunque si mettevano in mare in cerca di prede, i bucanieri erano cacciatori e praticavano il commercio di pelli e cuoio con la Normandia.

lunedì 2 gennaio 2012

Haiku


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Jack Kerouac




Attraversammo una specie di letto di fiume melmoso traverso un folto sottobosco e radi salici e uscimmo dall'altra parte un po' bagnati e attaccammo il sentiero (...).

Mentre ci arrampicavamo sotto a noi cominciò ad apparire il lago e improvvisamente nel suo nitido bacino azzurro scorgemmo le buche profonde dove il lago aveva le sue sorgenti, come pozzi tenebrosi, e vedemmo anche branchi di pesci guizzanti. (...)

"Guarda laggiù" cantò Japhy "pioppi ingialliti. Mi danno l'ispirazione per un Haiku... " Parlando di vita letteraria - i pioppi dorati". Percorrendo quella regione era facile comprendere le gemme perfette dei haiku scritti dai poeti orientali, che mai si ubriacavano sulle montagne né altro ma semplicemente camminavano puri come bambini annotando ciò che vedevano senza artifici letterari né espressioni ricercate. Componemmo alcuni haiku mentre salivamo su a serpentina, su sempre più su ora lungo il declivio cespuglioso.
"Sassi sul fianco del precipizio" dissi "perchè non rotolano giù ?" " Forse è un haiku, forse no può darsi che sia un po' troppo complicato" disse Japhy. " Un vero haiku deve essere semplice come il porridge e nello stesso tempo farti vedere la realtà delle cose, così il più grande di ogni haiku è probabilmente quello che dice "Saltella il passero sulla veranda, con le zampette bagnate". Di Shiki. Tu vedi le impronte umide delle zampe come una visione della mente eppure in quelle poche parole vedi anche la pioggia che è caduta quel giorno e quasi profuma di aghi di pino bagnati."
"Dimmene un altro"
" Questa volta ne faccio uno io, vediamo un po', " Sotto il lago...buche nere che fanno le sorgenti", no porco cane questo non è un haiku, non si fa mai abbastanza attenzione con questi haiku".
" Che cosa ne diresti di comporli di getto lungo la strada, spontaneamente?


Jack Kerouac, I vagabondi del Dharma















L'haiku, di tradizione giapponese, è un componimento poetico di 17 sillabe, distribuite in tre versi secondo lo schema 5, 7, 5 .

Privo di titolo, essenziale, l'haiku lascia al lettore la possibilità di completarne e interpretarne il senso. La natura costituisce il suo soggetto e nell’ultimo verso appare di solito un accenno alla stagione in cui il testo è stato composto (kigo).

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Qui I vagabondi del Dharma di Jack Kerouac ( trama )
Qui ( video ) la biografia di Jack Kerouac
Qui ( video ) Beat generation - interventi di Fernanda Pivano e L. Ferlinghetti
Qui ( video ) Johnny Depp legge Kerouac




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