martedì 24 aprile 2012

chapelier fou


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domenica 22 aprile 2012

Big Sur



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Ho fatto duemila chilometri per arrivare a Big Sur, un centinaio di chilometri di bellezza irreale, una bellezza tale che quando ti ci trovi di fronte ti senti come una specie di scoria in giacca e cravatta. Big Sur è il luogo nel quale il gran fantasma dell'oceano incontra il fantasma della terra in un'atmosfera nebbiosa, vaporosa, dove abbaiano le foche e dove si ha voglia di fare il mea culpa solo perchè non si è acqua, cielo e aria.




Romain Gary, La notte sarà calma











sabato 21 aprile 2012

Oh no

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Andrew Bird

martedì 17 aprile 2012

Library Tapes

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                                                                        Library Tapes

domenica 15 aprile 2012

La vita davanti a sè


da La vita davanti a sè  di Romain Gary,  ed. Neri Pozza




Il condominio

foto di Veronique Vial 
Non so mica cosa sarebbe stato di noi al sesto piano se non ci fossero stati gli altri cinque dove ci stavano degli inquilini che non cercavano di nuocersi. Non avevano mai denunciato Madame Rosa alla polizia quando aveva in casa persino dieci figli di puttana che facevano il casino per le scale.
C'era anche il francese al secondo piano che si comportava come non fosse a casa sua. Era alto, magro, col bastone e viveva tranquillamente senza farsi notare, era venuto a sapere che Madame Rosa si deteriorava e un giorno ha salito i quattro piani che noi avevamo in più e ha bussato alla porta.




Madame Rosa

A Madame Rosa piace farsi vedere in compagnia. Ci mette sempre un sacco di tempo a vestirsi per uscire, perchè è stata una donna e qualcosa gliene è rimasto.
   
( ... ). 

Era la donna migliore che c'è e ve lo posso dimostrare subito. Se prendete Madame Sophie, che ha anche lei un rifugio per i figli di puttane in rue Surcouf, o quella che chiamano la Contessa (...) , be', loro prendono fino a dieci marmocchi a giornata e la prima cosa che fanno è imbottirli di tranquillanti. (... ) con Madame Rosa succedeva tutto il contrario. Quando ci agitavamo oppure c'erano dei marmocchi a giornata che erano seriamente perturbati, visto che sono cose che succedono, era lei che si imbottiva di tranquillanti. A quel punto potevamo strillare o prenderci a botte che a lei non toccava un'unghia.

foto di Wendy Bevan



La sala di doppiaggio

mi ha spiegato che quella era la sala di doppiaggio. La gente sullo schermo apriva la bocca come per parlare ma erano le persone nella sala che le imprestavano la voce. Facevano come per gli uccelli, gli infilavano la voce direttamente nella gola. Quando alla prima non funzionava e la voce non interveniva al momento giusto, bisognava ricominciare. E qui veniva il bello: tutto si metteva ad andare all'indietro. I morti ritornavano in vita e riprendevano a ritroso il loro posto nella società. (... ) le pallottole uscivano fuori dal corpo, ritornavano nei mitra (...) . Se versavi l'acqua, questa risaliva nel bicchiere (...) uno che aveva sputato si riprendeva lo sputo in bocca (...) . Era il vero mondo alla rovescia ed era la più bella cosa che ho mai visto nella mia vita schifa. (...) . 
Anche le parole si mettevano in moto all'indietro e dicevano cose alla rovescia e questo produceva dei suoni misteriosi, come una lingua che non conosce nessuno e che forse vuol dire qualcosa.



La sala d'aspetto del dottor Katz

Mi andavo spesso a sedere nella sala d'aspetto del dottor Katz,  perchè  Madame Rosa diceva sempre che era un uomo che faceva del bene, ma non mi sono mai accorto di niente. Forse non ci restavo abbastanza. Lo so che al mondo c'è della gente che fa del bene, ma non sta sempre lì a farlo e bisogna capitarci al momento giusto.



foto di Veronique Vial


Momò


1

- Che racchia sono diventata, Momò -.
Io mi sono arrabbiato, perchè non si ha il diritto di dir male di una donna che è vecchia e malata. Trovo che non si può giudicare tutto alla stessa maniera, come gli ippopotami e le tartarughe che non sono come gli altri.

2

Ho dato una leccata al gelato. Ero giù di morale. L'ho notato tante volte. Quando si ha voglia di crepare, il cioccolato è ancora più buono del solito.










Links


Romain Gary
La vita davanti a sè
Qui un post di Markx sul film di Mizrhai ispirato al romanzo 
Qui un post di Duck sul romanzo
Le autrici delle  foto pubblicate qui e qui





sabato 14 aprile 2012

Rastrelli cello quartet

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qui




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giovedì 12 aprile 2012

Scrivimi fermo posta

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Alfred dondola sulle sue lunghe gambe - James Stewart doveva essere alto almeno 1,90 -, nasconde in tasca le mani sudate - sebbene in inverno a Budapest si geli -, dirige furtivamente lo sguardo verso la vetrina del caffè,  poi punta le scarpe . Chiede all'uomo che lo accompagna di guardare per lui. Deve dirgli se vede una donna con un libro, un romanzo di Tolstoj, Anna Karenina.  

Sì - dice il suo ex collega di lavoro ( Alfred è stato appena licenziato ) - c'è una ragazza, è bella ma non ha il libro;  poi guarda a sinistra e...  Sì!  ...Anna Karenina...  vicino alla finestra ..  la  ragazza è  molto graziosa.... assomiglia ad una loro collega di lavoro, Klara, anzi... - indugia un po' -  E'  KLARA.  

Alfred sembra liquidare di botto l'ansia e farsi assalire da un incredulo dispetto:  KLARA!




Non dico altro se non di vederlo. L' ho trovato delizioso. :)


Qui un post di Christian sul film


Ernst Lubitsch qui

martedì 10 aprile 2012

la sostanza del pensiero

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Da Un giorno questo dolore ti sarà utile di Peter Cameron






Pensavo: mi basta averlo pensato, non ho bisogno di dirlo.
 Non ho bisogno di condividere questo pensiero con qualcuno. 


Quasi tutti pensano che le cose non siano vere finchè non sono state dette, che sia la comunicazione, non il pensiero a dargli legittimità. E' per questo che la gente vuole sempre che gli si dica "Ti amo, ti voglio bene". Per me è il contrario: i pensieri sono più veri quando vengono pensati, esprimerli li distorce o li diluisce, la cosa migliore è che restino nell'hangar buio della mente, nel suo clima controllato, perchè l'aria e la luce possono alterarli come una pellicola esposta accidentalmente.


(...)


Ho uno strano ricordo di mia nonna. Dovevo avere circa quattro anni, forse anche meno. (...)  abbiamo mangiato nella veranda, seduti a tavola uno di fronte all'altro. Non ricordo che cosa stessimo mangiando, ma ricordo noi due seduti a un tavolo dipinto di rosso, e il quadrato scintillante di sole che entrava dal vetro e colpiva il tavolo e me. E mi ricordo  mia nonna che mi chiedeva perchè non mi spostavo più in là, così non mi prendevo un'insolazione. E l'ho fatto (...). Non so quanto tempo è  passato (...) quando all'improvviso un pannello di vetro è uscito dalle guide e si è schiantato sul tavolo e sulla panca, proprio dove prima ero seduto io. (...). Ho sempre voluto chiederglielo. Se lo ricordava anche lei? Era successo davvero? Si era presa uno spavento micidiale, oppure, come me bambino, credeva che l'amore portasse naturalmente alla chiaroveggenza? Però non gliene ho mai parlato. Forse temevo che parlandone, trasformando il ricordo in parole, potesse svanire o decomporsi come certi fragili e preziosi oggetti antichi che si sbriciolano appena tornano alla luce.




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sabato 7 aprile 2012

Latte

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opera di Anna Biancardi






"Il giovane entrò nella camera, quasi non aveva il coraggio di farsi avanti. Orsola era seduta sul letto, sudata, scarmigliata, ma con un sorriso che Simone non le aveva mai visto mentre Anna le porgeva un minuscolo fagotto. La levatrice se ne andò, seguita dalle vicine. In un attimo la stanza rimase silenziosa, quasi abbandonata.

Simone si guardava in giro, capiva poco di quello che succedeva, coglieva solo particolari: il lume acceso sotto l'immagine della Madonna, un mucchio di lenzuola insanguinate, una bacinella d'acqua. Si avvicinò al letto con uno sforzo.Orsola cercava di attaccare il bambino al seno, ma il piccolo sembrava stanco, come se la lunga fatica di nascere lo avesse prosciugato di tutte le sue forze. Continuava a piangere debolmente però, doveva avere fame.

- Non riesce a tirare il latte... Simone, aiutami...
- Io? Come? 
Orsola si posò il bambino sulle gambe, si slacciò la camicia da notte scoprendosi il seno. Simone la guardava stupefatto.
- Certo...tu hai più forza...
  Simone capì finalmente, sedette sul letto, avvicinò le labbra. Era caldo, gonfio. Non gli era parso mai tanto profumato. Come un bambino, Simone si attaccò, succhiando con forza, finchè la bocca non gli si riempì di un latte che gli parve meraviglioso: tiepido, liquido come acqua e dolcissimo. A quel punto Orsola gli spinse via la fronte, Simone si staccò  e con timidezza prese il bambino, temendo quasi di romperlo e glielo porse. Poco dopo il piccolo era zitto, impegnato a succhiare. Simone si sentì prendere da un desiderio da farlo impazzire, e lesse negli occhi di Orsola che anche per lei era lo stesso; ma gli fece un cenno di silenzio con le labbra. Ora doveva pensare al bambino."



Giuliano Galletti, Il Volo del mugnaio Simone  ed. De Bastiani




Auguri a Giuliano ( l'autore  )  e a chi passa di qui :)





martedì 3 aprile 2012

Kenneth, Jim e Syd

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Il ciclista risale Castle street, la strada di Edimburgo dove si affacciano i bianchi  bow windows della casa natale di Kenneth Grahame, l'autore de " Il vento tra i salici ", uno dei libri per l'infanzia più noti e letti in Gran Bretagna. 
La strada mi è divenuta familiare questa estate. L'ho risalita più volte e nella
saletta con i bow windows bianchi ho fatto colazione; questo è successo perchè la casa natale di  Kenneth Grahame  oggi è una guest house.
E fin qui niente di speciale. Sono tanti i siti di interesse storico-culturale che hanno cambiato destinazione d'uso sfruttando proprio il blasone conferito dal passaggio o  la permanenza di un personaggio illustre. Non sto scrivendo il post per consigliare un albergo "letterario" ( anche se è in ottima posizione e con un buon rapporto qualità/prezzo )


E allora?






L'evento vero è che un paio di giorni fa ho visto un film meraviglioso di Jim Jarmusch, Ghost dog.
In una delle sequenze più serene - quella  in cui il protagonista dice qualche parola  invece di far parlare la pistola -  Pearline, la bambina che si accomoda sulla panchina e si intrattiene per un po' con Ghost dog (soprannome del protagonista ) , cosa ti tira fuori dalla cartella?




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Si, è proprio i libro di Kenneth Grahame.
Ovviamente, tre minuti dopo l'ultimo titolo di coda, sono andata in cerca della mia copia ( ce l'ho ) e, data l'ora,  ho aspettato l'indomani  per leggere le avventure del  socievole topo di fiume , del tasso misantropo, della dolce e timorosa talpa, del rospo viveur.  Devo dire che ho trovato il batrace alquanto irritante. Del tasso mi è piaciuta molto la dimora sotterranea


-Quando sei sottoterra, -disse  Talpa, - sai esattamente dove ti trovi. Non ti può accadere nulla. Nessuno può aggredirti. Di sopra, le cose continuano ad andare per il verso loro, ma tu non te ne devi preoccupare. Quando vuoi, puoi salire, e tutto è ancora lì che ti sta aspettando.








La dimora sotterranea di Tasso è piaciuta a Talpa, a  me ( e fin qui...) e a Syd Barrett, l'anima dei Pink Floyd prima maniera.
The piper at the gates of dawn, un famoso album del gruppo, si ispira nel titolo al settimo capitolo de Il vento nei salici . Sembra che qualche critico musicale si sia divertito ad associare ad ogni membro del gruppo un animale del libro di Grahame.  












LINKS

Syd Barrett
Ghost dog
Jim Jarmusch
Il vento nei salici
Kenneth Grahame
Pink Floyd, The piper at the gates of dawn