giovedì 27 dicembre 2012


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mercoledì 19 dicembre 2012

I racconti di papà ( il mio ) : " Tin la chep di Iattin! "






Chiudendo gli occhi, alcune volte mi capita di andare indietro negli anni con i ricordi e , anche se questi mi procurano sempre una nostalgia struggente per i volti cari che si affacciano alla memoria, riesco a riviverli chiaramente, non come se mi trovassi protagonista in un film, ma come se nell'oscurità di una stanza vedessi scorrere davanti a me, lentamente, tante diapositive nitide e parlanti.

domenica 16 dicembre 2012

Dizoonario letterario: il camelopardo

opera di Ettore Tito
 Quanto ai pochi libri di testo usati dalla scolaresca, bastava darci un'occhiata per aver l'impressione di fare un salto indietro in pieno secolo diciannovesimo. C'erano tre libri soltanto di cui ogni alunna aveva una copia. Uno era un manuale di aritmetrica uscito prima della Grande Guerra ma ancora discretamente servibile, e un altro era un pessimo libriccino intitolato Cento pagine di storia patria, un brutto volumetto in dodicesimo dalla copertina marrone granulosa e dal frontespizio che raffigurava Boadicea con la bandiera nazionale drappeggiata sulla parte anteriore del cocchio. (...)

venerdì 7 dicembre 2012

"In una notte come questa..."


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fonte della foto qui
Sotto Odessa, in una chiara notte di fine agosto. Camminavano passeggiando lungo un alto dirupo sul mare. Guardando la vasta e scintillante discesa lui cominciò a declamare con scherzosa solennità:" Splende la luna. In una notte come questa...".
Lei lo prese sottobraccio e continuò :  " In una notte come questa, sfiorando d'un timido passo la rugiada, Tisbe...".
" Permetta, permetta: come mai lei è così colta da conoscere anche Shakespeare?"
"Per la stessa ragione sua. Non sono stata sempre una virtuosa moglie e un'abitante della bigotta Konotop. Mi sono diplomata al ginnasio di Kiev con tanto di medaglia d'oro."

domenica 2 dicembre 2012

neon


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Era una notte nera e tiepida, in qualche luogo dell'Appalachia. Di tanto in tanto qualche macchina mi passava accanto, i fanalini rossi si allontanavano, i fari bianchi avanzavano, ma la città era morta. Nessuno passeggiava e rideva sui marciapiedi come avrebbero fatto i borghesi che prendono il fresco nella dolce, matura, putrida Europa. Ero solo a godere la notte innocente e i miei pensieri terribili. Un ricettacolo in rete metallica sul marciapiede era molto pignolo in fatto di contenuti accettabili: Spazzatura. Carta. Niente immondizia.

sabato 1 dicembre 2012