martedì 24 giugno 2014

Nel castello di Barbablù





Nella favola di Perrault, Barbablù chiede in sposa una tra due bellissime sorelle e, aprendo la sua dimora a parenti e amici delle fanciulle, riesce a far dimenticare il colore della sua barba e la sua cattiva reputazione: offre ai suoi ospiti otto giorni di perfetto svago.
E’ la più giovane delle sorelle a decidere di accettare la proposta di matrimonio.

A un mese dalle nozze, Barbablù, dovendo partire, affida alla sua sposa le chiavi delle stanze della dimora, vietandole però di aprire la porta di un salottino. Barbablù si allontana e la donna, pur temendo la collera del marito, si dirige verso la stanza cui le è precluso l’accesso e, senza indugiare, apre la porta. Sulle prime non vede niente, poi, pian piano, scorge sul pavimento sangue rappreso e, lungo le pareti, i cadaveri allineati di tutte le donne che Barbablù aveva sposato e poi ucciso. Sgomenta, la sposa lascia cadere le chiavi sul pavimento sporco di sangue. Barbablù torna prima del previsto; la moglie cerca di non far trapelare la sua agitazione ma Barbablù non tarda ad accorgersi che il suo divieto è stato infranto: le chiavi del salottino, sebbene ripulite, sono sporche di sangue. La sposa sa adesso cosa l’aspetta e chiede a Barbablù di darle modo di prepararsi a morire ritirandosi in preghiera; chiede una dilazione perché sa che i suoi fratelli stanno per giungere alla villa, sa che può salvarsi, è una questione di tempo. I fratelli giungeranno proprio quando Barbablu starà per colpire la fanciulla. Ad essere ucciso sarà Barbablù e non l’ultima delle sue spose. E’ il due ( le due sorelle, i due fratelli ) a prendere il sopravvento sull’uno; Barbablù dopo ogni matrimonio uccide per tornare ad essere “uno” ma nella favola di Perrault è il numero dell’unione a vincere, il numero della coppia.

Nell’opera di Béla Bartók , Il castello del duca Barbablù, le cose vanno diversamente e anche i numeri sono differenti. Perrault fa divertire gli ospiti di Barbablù per un numero preciso di giorni, otto, numero pari , divisibile per due, numero che, ruotato, diviene simbolo dell’infinito, della continuità. In Bartok è invece dominante un numero dispari, il sette. La fanciulla, di nome Judit, decide, guidata dall’amore, di lasciare la luminosa dimora paterna e di entrare nel buio e solitario castello di Barbablù. L’uomo la mette in guardia, le dice che la sua dimora è oscura, fredda, i muri piangono umidità, tutto è triste ma la fanciulla non vuole sentire ragioni, è lì per portare la luce e l’amore. Judit inizia ad aprire le porte che si allineano lungo una vasta sala gotica di forma circolare . Nelle prime due ci sono strumenti di tortura e di guerra; nella terza vi sono gioielli, ma coperti di sangue.
Judit è turbata ma Barbablu, a questo punto, la invita a proseguire. La quarta porta si apre su un ameno giardino e la quinta su un paesaggio meraviglioso, è il regno di Barbablu, ma i gambi dei fiori del giardino e le ombre delle nuvole del reame sono color rosso sangue. Mancano due porte, Barbablù chiede a Judit di fermarsi, “ nel palazzo è entrata la luce! “. La fanciulla non lo ascolta. La sesta porta si apre su un lago di lacrime. Judit chiede a Barbablù chi abbia amato prima di lei. “L’amore non ha domande”è la risposta di Barbablù, poi chiede a Judit di baciarlo.







 Quando la fanciulla infila la chiave nella toppa dell’ultima porta, le ultime due camere aperte si chiudono. Dalla settima stanza escono le donne del passato; sono tre e sono bellissime, avanzano in modo regale. Barbablù associa ognuna a una parte del giorno: l’alba, il mezzogiorno, la sera. Dice che di queste fasi sono le regine. Della notte ora sarà sovrana Judit che, mentre tutte le porte ancora aperte si chiudono, entra con le altre regine nella settima stanza. Mentre la porta lentamente si chiude, l’oscurità avvolge Barbablu . “ E ora sarà sempre notte”. 


qui il testo del libretto d'opera

13 commenti:

  1. il femminicidio va sempre di gran moda

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  2. Dans l'univers de Barbebleu tout n'est pas rose mais plutôt rouge sang.
    Excellent message, merci!

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  3. c'è una tale ricchezza di simboli e di metafore che ci si perde, come Judit davanti al regno di Barbablu (il duca Barbablu, perché siamo nell'opera di Bartok...). Per esempio, le porte sono sette come le note, e Bartok ci sta parlando della musica.
    Vi si può leggere anche una metafora del capitalismo, della ricchezza che gronda comunque sangue - dietro ogni grande ricchezza o un titolo nobiliare c'è sempre del sangue...
    (un rimando strambo che mi è venuto in mente adesso: Il maggiore Barbara di Shaw...)(e anche Brecht, s'intende)

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  4. Il fascino dell'opera di Bartok è proprio nel suo non lasciarsi ridurre a qualcosa di univoco, consentendo a chi ascolti l'opera e legga il libretto di perdersi tra tante immagini, non tutte perfettamente definite.

    @Giuliano: grazie ancora per avermi fatto conoscere Il castello del duca Barbablu ( provvedo a correggere ) e per le tue preziose osservazioni!

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  5. Perrault ha probabilmente inventato la fantascienza, o perlomeno ha scritto quella che per molti aspetti è una metafora del XXI secolo.

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  6. Interessante vedere come spesso l'amore e la curiosità possano essere considerate debolezze umane che portano (o rischiano di portare) a conseguenze negative.
    Le conseguenze dell'amore, titolava un Sorrentino non ancora in odore di Oscar, un bellissimo film.

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  7. Ci sono tanti livelli di lettura e tra questi c'è quello della relazione uomo-donna. E' forse quello su cui ci si può interrogare con più cognizioni di causa. Ci sono poi dei livelli nascosti che rendono affascinante e misteriosa la storia. Il fattore "tempo" mo sembra determonante; è sttolineato dalle parti del giorno, dal numero sette ( come i giorni della settimana ) ... Il tempo è anche un elemento fondamentale della musica..

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  8. Non c'è posto per il Barbablu di Amelie Nothomb ?

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  9. Amelie, come sai, è Barbablu!:))

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  10. Molto interessante... ricordavo vagamente questa storia con una superficiale lettura infantile di questo Barbablù come dell'"uomo nero" che mangia i bambini (e in questo caso le bambine) se non stanno buoni e obbedienti. ;)
    E buone vacanze! Siii?

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  11. Grazie, Alice! Buone vacanze anche a te!:)

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  12. Eros e Psyche, il mito di Pandora, le porte da non aprire, il vaso sigillato, il nome da non chiedere, l'oscurità da non svelare...
    :-)
    tutto questo è sicuramente in Bartok, negli altri bisognerà andare a vedere caso per caso
    (commento lasciato per chi passasse di qui e volesse approfondire...)

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